La Chiesa Madre Vergine Annunziata fu ricostruita a partire dal 1699 e completata in larga parte nel 1712, come ci ricorda l’epigrafe posta in facciata nell’anno 1719.
Il prospetto è caratterizzato da due ordini sovrapposti: quello inferiore è delimitato da due colonne che si innestano su alti piedistalli, tra le quali si aprono tre nicchie con le statue di S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni Elemosiniere, poggiante su un ricco portale barocco.
L’ordine superiore è coronato da un’elegante balaustra e scandito da lesene. L’interno a croce latina conserva alcune tele di grande pregio, espressione del Barocco leccese; in particolare si annoverano le opere di Oronzo Tiso e Giovanni Andrea coppola. Tra le tele del Tiso spicca quella intitolata “Fornace di Babilonia”, lunga più di 5 metri, collocata sulla controfacciata.
Si conservano inoltre due altari provenienti, secondo quanto emerso dalla documentazione archivistica, dalla Chiesa di San Francesco della Scarpa a Lecce, aggiunti solo nel 1874.
Pregevoli sono anche gli altari posti sulla destra rispetto all’ingresso, ospitanti le tele della Madonna del Rosario di Giandomenico Catalano (inizi del 1600) e della Madonna delle Anime del Purgatorio, tela iniziata da Giovanni Andrea Coppola e completata dal suo presunto allievo, frate Angelo da Copertino (1660).
L’edificio subì continui rimaneggiamenti, tra cui la costruzione al suo interno della cappella del Santissimo (inizi del 1900).
La chiesa della Vergine Immacolata sorge sui resti della cinquecentesca cappella della Madonna Annunziata. Il 1743 rappresenta la data d’inizio lavori della nuova opera completata nel 1760, grazie ai proventi della confraternita dell’Immacolata.
La facciata è caratterizzata da linee semplici, un sobrio portale e una finestra vagamente ovale, dalla forma mistilinea; il tutto è coronato da un timpano curvilineo e statuine di santi. Il prospetto è animato dalla presenza di due affreschi settecenteschi riproducenti la Vergine Annunziata e l’Arcangelo Gabriele, in ricordo della primitiva intitolazione.
L’interno è ad aula unica con un transetto aggettante. Dominano la scena le sei canoniche tele mariane del pittore leccese Oronzo Tiso (1725-1800), eseguite negli anni ’70 del 1700: Presentazione di Maria al Tempio, l’Annunciazione, la Visitazione, la Purificazione, la Natività di Maria e l’Assunzione. Alle spalle del sacro edificio è posto il calvario monumentale, realizzato tra il 1913 e il 1918.